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Cent'anni da Guzzi, storia e futuro di un fenomeno italiano diventato globale

Moto Guzzi, le versioni centenario di V7 e V9 
Il regalo di compleanno? “È un modello segretissimo, avrà un nuovo motore e tante altre novità che i guzzisti si aspettano”. Manager, tecnici e designer raccontano passato, presente e futuro - Video
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ROMA - Una storia di cent’anni che comincia con Normale sarebbe da chiudere qui. Non succede, perché quel nome dato alla prima Moto Guzzi poco dopo il 15 marzo del 2021 - incipit di un’avventura industriale nata in uno studio notarile di Genova - in fondo è stato il segno di un futuro certo. E che storia: Guzzi è diventato di volta in volta fenomeno italiano e poi globale, istituzionale perché è stato il marchio che ha fornito moto a tutte le forze armate d’Italia oltre che sella ufficiale dei corazzieri, sportivo vincendo qua e là nel mondo, d’innovazione con una galleria del vento per le due ruote mai vista altrove e costruita addirittura nel 1950, di costume e di memoria.

“Il coraggio di andare oltre”, tutta la storia Moto Guzzi

 

Eppoi c’è il domani, oltre a un centenario da onorare se non fosse che l’emergenza sanitaria mondiale oggi rende incerto qualsiasi programma. Fosse per Davide Zanolini, direttore marketing di Guzzi e degli altri marchi del gruppo Piaggio cui l’azienda di Mandello del Lario appartiene dal 2004, a settembre sarebbe bello festeggiare sulle rive del lago di Como dove l’azienda progetta e costruisce in casa ogni due ruote con il simbolo dell’aquila, alla faccia della globalizzazione. Sempre che la situazione sanitaria lo permettesse nella massima sicurezza dei partecipanti: “Sarebbe magnifico poter aprire lo stabilimento al pubblico dal 9 al 12. Vorrei che fosse la festa delle due ruote. Ma è un auspicio, prima la salute e vediamo cosa succederà”.

La Guzzi Normale del 1921 

Comunque, fino a settembre nulla si deve sapere della nuova Moto Guzzi che dovrebbe essere lì presentata, poi esposta all’Eicma di Milano e messa in vendita nel 2022. Regalo di compleanno: “È un modello segretissimo, avrà un nuovo motore e tante altre novità che i guzzisti si aspettano”, ci dice Zanolini. A una raffica di altre domande così risponde: “Sì, stiamo studiando se andare su cilindrate più basse ma non a breve, anche per venire incontro ai giovani. Non è in previsione un entry level per l’enduro V85 TT, piuttosto potremmo pensare a varianti di moto con cilindrate più piccole su dei crossover. Lavoriamo per creare piattaforme di motore e ciclistica sulle quali adattare modelli differenti. Questa prossima moto farà da base per altre. Il nuovo corso del secondo centenario si vedrà a Mandello e all’Eicma”.

La Guzzi California del 1987 

Per il vecchio corso bisogna invece fare una sosta alla fine degli anni ’60, quando Guzzi crea il bicilindrico a V di 90 gradi che diventa il simbolo del marchio. Sarà alloggiato sulla V7, poi sulla V7 Special e sulla V7 Sport, modelli mitici di anni mitici se nel 1968, mentre il mondo è messo sottosopra dai nuovi movimenti giovanili, a Mandello succede davvero che la fantasia vada al potere: la V7 diventa la moto della polizia di Los Angeles. E quella V7 sarà anche l’antesignana della California, la regina delle Guzzi oggi uscita fuori produzione perché non conveniva – economicamente parlando – spendere per l’omologazione Euro 5 del suo maestoso motore 1400 per “poche centinaia di unità vendute”. Ci sentiamo orfani, essendo anche andati a provarla tra Pasadena e Malibù un’estate di sette anni fa, lì in California dove la Guzzi ha il Piaggio Advanced Design Center, un pensatoio paracadutato oltre le colonne d’Ercole di Mandello per studiare da vicino tendenze e gusti che dalla West Coast quasi sempre diventano globali. “Ma no, la California non muore, prima o poi tornerà”, ci rassicura Zanolini, cui obiettiamo che a cent’anni non si può fare tutto soltanto con l’enduro V85 TT che va bene, con le medie V7 cuore di gamma classica e la V9 modaiola. O con il programma di “customizzazione” lanciato nel 2015, chiamato Garage, con cui personalizzare e alimentare la community in rete.

La Guzzi V7 Stone 

A Pasadena raggiungiamo questa volta virtualmente Manuel Galluzzi, il designer argentino che lì vive e lavora dopo studi a Miami e poi nel vicino Art Center College of Design. Un esordio nell’auto alla Opel, poi moto Honda, Cagiva e infine sposato Piaggio. Che Guzzi dei prossimi 100 anni faresti, carta bianca? “La personalità delle Moto Guzzi – ci risponde Galluzzi - è  sempre stata basata sui motori, quindi partirei da lì. Ogni volta che riesco a fare un giro a Mandello, esco con la testa piena di idee. Lì sono stati fatti tutti i tipi di motore che rappresentano la capacita? creativa di riuscire veramente in qualsiasi cosa. E dopo cercherei una nuova eleganza italiana che rappresenti valori di autenticità come fedeltà e passione, magari declinate in una chiave di sportivita? al di sopra di mode e tendenze”. Sport che in cent’anni ne ha regalate di soddisfazioni ai fan del marchio: a casa Guzzi, fra il 1921 e il 1957 anno in cui c’è il ritiro dalle corse, ci sono ben 14 titoli mondiali velocità e 11 Tourist Trophy.

Guardando avanti, nella mobilità a due come a quattro ruote ci sono elettrificazione e tech crescente, guida autonoma compresa. “Una Guzzi elettrica? Non scapperà nessuno da questo – ci dice ancora Zanolini – anche se oggi siamo ancora lontani come concetto per il marchio. Ci stiamo certo lavorando con una divisione dedicata del gruppo e, quando la riterremo una tecnologia matura, lo faremo seriamente”. “Self driving? Per quello prendo il bus”, se la ride Galluzzi, ma quando insistiamo se la corsa alla tecnologia possa allontanare le persone da un oggetto come la moto, torna serio: “Come dice un amico qua a Pasadena, la Moto Guzzi è un forever classic. Eppoi la vera passione per la moto non cambia, ciò che e? cambiato è la facilità di avere una moto da piccoli. Quando io avevo 10 anni era abbastanza facile possedere una minimoto e dopo un motorino, questo permetteva alla passione di nascere. Se oggi pensiamo a un bambino di 10 anni, beh accade molto più raramente. Ma quando succede, la moto sa ancora entrare nel cuore e non va piu? via”.